E’ notte fonda e tutto tace, ma non c’è dolce musica che possa assopirmi….non riesco a sognare.
Passeggiare fra le mura della città vecchia, con la brezza che mi sfiora la pelle, farà viaggiare la mia mente.
Sotto un cielo ammantato di nubi a nascondere le stelle, luci ed ombre si alternano sinuose in una danza notturna, entro cui intraprendo il mio viaggio.
I poeti lavorano di notte
quando il tempo non urge su di loro,
quando tace il rumore della folla
e termina il linciaggio delle ore.
I poeti lavorano nel buio
come falchi notturni od usignoli
dal dolcissimo canto
e temono di offendere Iddio.
Ma i poeti, nel loro silenzio
fanno ben più rumore
di una dorata cupola di stelle.
(Alda Merini, “I poeti lavorano di notte”)
Appeso alla collina
è il borgo addormentato
emerso nella notte
sotto un cielo fatato
M’infilo lentamente
oltre una grande porta
ove m’attende sola
una città deserta
Accende l’orizzonte
sospinto da un gran vento
un tremolìo di luce
che infiamma il firmamento
Su un povero giaciglio
un uomo addormentato
immerso nel suo sogno
dimentica il passato
Lame di luce bianca
profilano ogni cosa
saettando sopra i tetti
ove il mondo riposa
Solo per un istante
mi fermo ad ascoltare
il canto di una notte
capace di ammaliare
Emergono dal buio
con nitido contorno
palazzi colorati
illuminati a giorno
Nei vicoli m’insinuo
a respirar memoria
delle passate gesta
di nostra antica storia
Il ticchettio dei passi
è l’unico rumore
che fa da contrappunto
al ritmo del mio cuore
A infrangere il silenzio
con mio grande stupore
un grande campanile
rintocca le sue ore
Osservo taciturno
lo scrigno di memorie
che ad ogni piè sospinto
sprigiona mille storie
Mi lascio trasportare
da un’altra dimensione
che delle scie trascorse
mi dà la sensazione
Nell’attimo sospeso
del tempo affaccendato
mi perdo fra i sussuri
di un sentimento andato
Non posso fare a meno
di ricercare un nesso
fra i fatti di un passato
di cui sono il riflesso
E fra gli antichi muri
di magica malìa
arrivo a percepirne
l’intima sua alchimia
Preziosi monumenti
di marmi variopinti
racchiudono l’ardore
di uomini d’onore
Nei simboli profani
l’eredità di un’era
trasmessa ad una terra
d’indole forte e fiera
E qui si chiude il cerchio
degli astri in congiunzione
che della città vecchia
son la costellazione
L’incanto dell’aurora
nell’ora del mattino
si posa sulla piazza
con un profondo inchino
E mentre a poco a poco
il cielo trascolora
di far ritorno a casa
adesso è giunta l’ora.