L’edificio in cui nacque Gaetano Donizetti (Bergamo 1797 – 1848), è situato al n° 14 dell’antica via Borgo Canale, caratteristico assembramento medievale di alte case che si snodano su doppia schiera per buona parte del suo percorso.
Il Borgo, la cui struttura tradisce apertamente l’impronta medievale, era parte integrante del sistema urbano principale costituendo la continuazione diretta di via Arena, che attualmente parte dal retro di S. Maria Maggiore e s’interrompe all’altezza del Nuovo Seminario. Ma con la costruzione delle mura veneziane (1561) quest’importante asse viario subì una frattura, che lo trasformò in assembramento suburbano esterno alle mura, conferendogli quindi il connotato di “borgo”: si avviava così un processo di degrado e impoverimento, che non conobbe controtendenza fino a Novecento inoltrato.
Negli anni in cui nasceva Gaetano Donizetti il Borgo naturalmente aveva un aspetto esteriore e un insediamento sociale assai differenti da quelli odierni: le case, fatiscenti e umide, ospitavano famiglie che traevano magro sostentamento prestando umili servizi nei palazzi aristocratici e alto-borghesi posti all’interno del sistema murario. Manovali, stallieri, maniscalchi, lavoranti d’opificio e sarti – con i loro numerosi nuclei familiari – occupavano malsani tuguri.
E proprio da una famiglia di tessitori, o sarti, il 29 novembre 1797 nacque Domenico Gaetano Maria Donizetti, quinto dei sei figli messi al mondo da Andrea Donizetti (1765-1835) e Domenica Oliva Nava (1765?-1836).
Gli avi di Donizetti erano arrivati a Bergamo probabilmente dalla vicina Pontida nella prima metà del XVIII secolo.
La famiglia di Andrea occupò i locali in via Borgo Canale al numero 14 per vent’anni, dal 1786 al 1806.
Nel 1806 le condizioni di vita della famiglia cominciarono a migliorare, e così i Donizetti si trasferirono al numero 35 di Piazza Nova (l’attuale Piazza Mascheroni, 8). Dal 1808 Andrea diventò custode del Monte di Pietà, chiudendo definitivamente un increscioso periodo di assoluta indigenza.
Individuata grazie alle ricerche compiute da Ciro Caversazzi pubblicate nel 1924, la casa dove nacque Gaetano Donizetti è un edificio di 5 piani risalente all’epoca medievale. Il declivio del colle su cui sorge Borgo Canale fa sì che dalla via che l’attraversa si vedano solo 4 piani, mentre dalla strada a valle (l’attuale via degli Orti) i piani fuori terra sono 5.
I Donizetti abitavano appunto nel seminterrato, la parte più antica dell’edificio, di epoca tre-quattrocentesca, posto al livello della sottostante via Degli Orti.
Guardando la struttura si evince che nella loro prima destinazione i locali dovevano essere un antico, ampio, portico aperto e voltato. Si possono infatti scorgere le due doppie campate sostenute da pilastri, chiuse da più recenti muri in cotto che scandiscono la suddivisione attuale.
Nel suo epistolario, Donizetti scrive queste poche parole, scolpite in una lapide di marmo collocata nel pavimento dell’abitazione, rendendo perfettamente l’impressione che ancor oggi si ricava scendendo la ripida e angusta scala che conduce ai locali un tempo occupati dalla famiglia di Andrea: «Nacqui sotterra in Borgo Canale. Scendevasi per una scala di cantina ov’ombra di luce non mai penetrò. E siccome gufo presi il mio volo» (Lettera a Giovanni Simone Mayr da Monaco, del 15 luglio 1843).
Superato l’ingresso da via Borgo Canale e discesa la scala, ci si trova in un piccolo corridoio che separa gli ambienti in due zone: a destra si accede ai suggestivi locali che ospitano il pozzo e la ghiacciaia; a sinistra si passa invece alle due stanze in cui si svolgeva la vita quotidiana della famiglia: la cucina, con il semplice camino, e la camera da letto dove vide la luce Gaetano Donizetti. Non vi sono mobili: chi vi abitò era troppo povero per avere arredi di qualche pregio, e i cambiamenti di inquilini non hanno favorito la conservazione di ciò che c’era.
Le uniche fonti di luce dell’appartamento, una porta e una finestra, si affacciano sul piccolo e rustico giardinetto affacciato su via Degli Orti.
La botola visibile nella stanza immette ad una cantina-ripostiglio, in passato comunicante direttamente col pozzo. È inoltre ben evidente, sul pavimento, lo scolatoio che dalla ghiacciaia conduceva l’acqua al pozzo. Il ghiaccio e la neve, preziose riserve d’acqua pulita, venivano fatti scivolare in questi locali attraverso un’apertura a livello terreno sul Borgo Canale.
Acquistato dal Comune di Bergamo nel 1925 grazie ad una sottoscrizione pubblica promossa l’anno prima, nel 1926, per Regio Decreto N. 338 del 28 gennaio l’edificio venne dichiarato Monumento Nazionale in quanto «di interesse storico». Disabitato dal 1929 alla metà degli anni ’30, lo stabile tornò ad essere casa d’abitazione fino alla metà degli anni ’60.
In occasione del primo centenario della morte di Donizetti (1948), e poi nel 1973, si provvide a restaurare il seminterrato e ad aprirlo al pubblico. Nel 2007 dal Comune di Bergamo furono avviati i lavori di restauro e ristrutturazione dell’intero edificio, che hanno portato alla sua totale apertura nel 2009. Il suo riallestimento è stato affidato alla Fondazione Donizetti.
Con la convenzione realizzata tra Comune e Fondazione Donizetti si rende disponibile, stabilmente e continuativamente, questo prezioso bene, simbolo dell’attaccamento di Bergamo al suo più illustre figlio.